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CAME DOSSON, PIETRANGELO: “DOSSON CASA MIA, TORNO PER CRESCERE ANCORA”
Il neo portiere biancazzurro: “Napoli, che squadra! Ora in Veneto per un progetto a medio-lungo termine. Futsal italiano? Ci toglieremo belle soddisfazioni”

di Davide De Vincentiis - 08/07/2023

La parentesi partenopea di Lorenzo Pietrangelo, numero 1 della Nazionale di futsal, è durata poco meno di un anno, nel quale l’estremo difensore originario di Cepagatti si è tolto comunque grandi soddisfazioni, nonostante un infortunio lo abbia tenuto lontano dai parquet per le prime giornate del campionato appena concluso. 

“Il mio percorso è stato tortuoso ma avvincente: ho iniziato la stagione con un infortunio all’occhio che mi ha costretto a star fuori per un mese e mezzo. Fortunatamente, Marcio Ganho mi ha sostituito ottimamente e poi, ironia della sorte, ci siamo scambiati le situazioni, perchè ha rimediato la rottura del menisco sinistro e del legamento crociato. Sono rientrato bene e ci siamo tolti tante soddisfazioni, sebbene le coppe non siano andate come noi tutti speravamo e il primo posto nella stagione regolare sia stato di importanza relativa.”

A Napoli Pietrangelo si è misurato con calcettisti di assoluto valore, come il sempreverde Rodolfo Fortino, vice-capocannoniere del torneo e due vecchie conoscenze del futsal pescarese, Cristian Borruto e Javier Adolfo Salas.

“Avere a disposizione tutti questi campioni consente all’allenatore di avere tante scelte di qualità: i fuoriclasse sono poi fondamentali per una squadra, perchè quando vi è una situazione di stallo, possono decidere la partita in qualsiasi momenti con azioni individuali d’alta scuola. Tante volte, la qualità dei singoli ha aiutato a raggiungere la vittoria nelle partite più maschie: ad esempio in gara-1 di semifinale scudetto contro i futuri campioni della Feldi Eboli, Salas ha concluso in rete un’azione memorabile dopo aver dialogato con Fortino. I campioni spaccano e vincono le partite, ma solo con il gruppo si vincono i trofei”.

Il 6 luglio il portiere pescarese è stato ufficializzato come nuovo portiere della Came Dosson, nella quale ha militato per quattro stagioni dal 2018 al 2022.

“La società segue la filosofia del crescere passo dopo passo: gli investimenti sono mirati e alla fine riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati. In panchina ritroverò Sylvio Rocha, il mio padre sportivo, che stimo tantissimo: è innegabilmente un allenatore molto preparato e che è il giusto ponte tra i calciatori e la società. La CAME viene da un anno positivo, in cui i giocatori prelevati due estati fa sono cresciuti, assimilando tutti i dettami tattici proposti da Sylvio, di cui ammiro la capacità di leggere la partita e quindi di cambiarla con scelte tattiche originali. Il presidente Alessandro Zanetti, d’altronde, ha voluto fortemente puntare sui calcettisti italiani, scelta che, forse, potrebbe anche farci togliere delle belle soddisfazioni.”

Da diversi anni Pietrangelo è nel giro della nazionale, con la quale ha disputato anche la sfortunata spedizione olandese degli Europei 2022.

“Giocare con la maglia della Nazionale ti fa sentire invincibile: probabilmente è anche questo il segreto di alcune prestazioni positive in Azzurro. Ascoltare l’Inno di Mameli prima delle partite trasmette moltissima carica ed è un’emozione troppo grande per poterla descrivere a parole. Purtroppo però, nel periodo dell’Europeo eravamo ancora soggetti alle restrizioni e non abbiamo potuto preparare al meglio la competizione. La Champions, dal canto suo, è totalmente diversa rispetto alla Serie A: i movimenti dei calciatori sono diversi e dunque c’è anche il fascino di affrontare un’idea di calcio a 5 totalmente differente rispetto a quella che abbiamo in Italia.”

La Divisione Calcio a 5, dopo la cocente eliminazione ai gironi dell’Europeo, ha imposto misure più stringenti per l’utilizzo dei calciatori stranieri nei club nostrani: una ricetta che, secondo Pietrangelo, potrebbe dare i suoi frutti nel medio-lungo periodo.

“Nel breve termine, puntando più sugli italiani, la qualità sarà inferiore: ci vorrà del tempo per sfornare delle generazioni di calcettisti locali talentuosi quanto i loro colleghi stranieri, ma penso che i progetti debbano essere fatti a medio-lungo termine, anche per dotare la Nazionale di una forte ossatura. Lo stesso Portogallo, che ha vinto l’Europeo nel 2018 e 2022 ed il Mondiale nel 2021, ha precisi limiti per quanto riguarda i calciatori stranieri che i club possono utilizzare. Sarà un bel colpo anche a livello mediatico, perchè giocando più italiani, sempre più giovani si avvicineranno a questo affascinantissimo sport”.

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